Stellae Maris

Parabita: Il mare di Nardò negli affreschi seicenteschi della Chiesa Matrice di San Giovanni Battista. Ph © Sebastiano Pedaci - Parabita
A Santa Maria al Bagno di Nardò una mostra fotografica svela come erano le marine del Salento tre secoli fa. Uno straordinario “catechismo” per immagini nelle lunette affrescate della sagrestia della Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, a Parabita.
Sabato 8 agosto, alle ore 19.30,
nel Museo della Memoria e dell’Accoglienza di Santa Maria al Bagno di Nardò,
sarà inaugurata la mostra fotografica “Stellae
Maris. Le marine del Salento nei dipinti murari del 1700 della sagrestia della
Matrice di Parabita”.
L’iniziativa è promossa da Italia Nostra, sezioni Salento Ovest e Sud Salento, in occasione del 60° anniversario della fondazione dell’associazione ambientalista, e ha il patrocinio della Provincia di Lecce, del Comune di Nardò, della Diocesi di Nardò-Gallipoli e dell’Area marina protetta di Porto Cesareo.
Parteciperanno al taglio del nastro il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone, il sindaco di Nardò Marcello Risi, l’assessore comunale alla Cultura Mino Natalizio, il presidente dell’Area marina protetta di Porto Cesareo Remì Calasso, il direttore dell’Ufficio Beni culturali della Diocesi Nardò – Gallipoli monsignor Giuliano Santantonio, il parroco della Chiesa di San Giovanni Battista di Parabita don Angelo Corvo, il presidente della Sezione Sud Salento di Italia Nostra Marcello Seclì e il presidente della sezione Salento Ovest Cosimo Manca, lo storico dell’arte Giovanni Giangreco.

Il mare di S. Isidoro. Ph © Sebastiano Pedaci - Parabita
Un inno alla natura
La mostra “Stellae Maris” è stata
organizzata dalle sezioni salentine di Italia Nostra con l’obiettivo di far
apprezzare ad un pubblico più vasto un bene storico e artistico poco conosciuto
e unico nel suo genere. Al centro dell’esposizione fotografica, infatti, ci
sono i dipinti realizzati alla fine del ‘600 sicuramente da tal Marco Morrea,
in onore dell’allora vescovo di Nardò Orazio Fortunato.
La particolarità di queste raffigurazioni è di essere un vero e proprio inno alla natura, al paesaggio, una sorta di “ Laudato si’ ” ante litteram. Ma l’aspetto ancora più insolito di questi dipinti è che nelle lunette ogivali, che perimetrano la volta, sono illustrate sette marine del Salento: Otranto, Castro, Leuca, Gallipoli, Nardò, Sant’Isidoro e Porto Cesareo. Gli elementi iconografici, seppur esemplificativi dell’identità dei luoghi, hanno chiari riferimenti simbolici alle specificità ambientali ed economiche. In particolare, nella marina di Nardò è presente in primo piano un delfino, evidente indicatore della presenza di questo cetaceo nei nostri mari, e nella marina di Sant’Isidoro è illustrato un paesaggio costiero con le attività agro- pastorali connotative di questi luoghi. Nel mare di Leuca, invece, è raffigurata una sirena, trasposizione romantica di una leggenda evidentemente viva già nel Seicento.
Infine, il fatto che la mostra sia ospitata nelle sale del Museo della Memoria e dell’Accoglienza della marina neritina di Santa Maria al Bagno carica di maggiori significati l’iniziativa in quanto, proprio alcune delle marine illustrate sono diventate poi, due secoli e mezzo dopo, scenari della tragedia umana del popolo ebreo.
La mostra sarà aperta fino al 30 agosto, dalle ore 19.30 alle ore 22.30.

Il mare di Leuca, con la sirena Leucasia, un mito già diffuso nel Seicento. Ph © Sebastiano Pedaci - Parabita