Due parole in croce

Giuseppe Semeraro in "Gente di Aliano" (ph. Andrea Semplici).
A El Barrio Verde di Alezio, il 9 marzo, “Due parole in croce” di Giuseppe Semeraro: poesia, scrittura, musica e frammenti teatrali e di vita per parlare d’amore, di desideri, di dolori e disincanto.
Continuano gli appuntamenti della rassegna “Il Giovedì della Cultura” a El Barrio Verde di Alezio con la presentazione, il 9 marzo, di “Due parole in croce” di e con Giuseppe Semeraro, Andrea Pupillo De Rocco all'organetto e Marco Leone Bartolo alla chitarra. «Un libro di parole semplici perché sia compreso da tutti, e profonde perché tutti possano farne tesoro». Insieme alla musica e al suo potere evocativo vengono costruiti in scena dei veri e propri frammenti teatrali, monologhi poetici e piccole digressioni surreali.
«Cerco di prendere la parola poetica e accompagnarla in
una visione, in un quadro scenico, cerco di incarnare le mie parole con la mia
vita e con quel poco che è la vita mi metto davanti al pubblico. Voglio che la
poesia esca dal suo guscio e incontri il pubblico parlando alla gente in
maniera diretta e guardarla negli occhi nel momento in cui la parola diventa il
luogo di quell’incontro».
Un titolo, “Due
parole in croce”, per la raccolta di poesie di Giuseppe Semeraro,
impreziosita dai disegni di Bardamù, pubblicata dal Raggio Verde edizioni nella
collana ConTesti DiVersi. «La poesia è militanza, è pieno esserci... di questo
son certo quando penso a Giuseppe Semeraro, a questo poeta, a quest’attore. Il
suo corpo, nel dialogo con il mondo, trova voce e parole, trova il tempo della scrittura.
Lì geme e gemma la poesia, il far versi... urgenza a volte, altre, solo
abbandono al suono che viene a plasmare il sentimento, a covare la grazia nel
nido di chi è sensibile», si legge nella prefazione a cura di Mauro Marino.
Visioni e suggestioni pervadono le pagine impreziosite
dai disegni di Bardamù, nome d’arte di Fabio Inglese, che firma anche la
copertina. C’è spazio per ogni sentimento, ogni stato d’animo. E sono versi
struggenti che scavano nell’anima, indagano pensieri che sanno parlare d’amore,
di dubbi laceranti, di vita e di morte, che sanno raccontare dolori, desideri e
disincanto. Il poeta allora diventa la “voce” del mondo. E si riscopre il senso
della vita con il suo bel rumore “tra le caffettiere”, di un termine come “grazie”
che «è la parola che costa di meno», di gesti, di sorrisi, di lacrime, di un’esistenza
che accade nello sguardo dell’altro. Di un invito che è anche speranza perché «quando
gli uomini fanno gli uomini / vince sempre l’amore».

Giuseppe Semeraro.