FotEmozioni

Tricase (Lecce): Una delle fotografie di Costantino De Giuseppe esposte nelle Scuderie di Palazzo Gallone.
Una mostra fotografica di Costantino De Giuseppe per raccontare il territorio, la sua gente, le sue luci e le sue ombre, la sua identità e la sua memoria, in un viaggio documentale e concettuale che ci obbliga a fare i conti con noi stessi.
Un racconto lento, a passo d'uomo, per immagini
Si è appena conclusa con successo e un’ottima affluenza di pubblico, ospitata presso le Scuderie di Palazzo Gallone di Tricase, la raffinata mostra fotografica di Costantino De Giuseppe dal titolo “FotEmozioni”.
L’artista ha esposto una trentina di stampe su tela, dimensione 70x100, a tema naturalistico e paesaggistico, intese ad esaltare e cogliere particolari significativi e suggestivi del Salento. Nonostante sia questo il primo vero appuntamento importante in termini di esposizione al grande pubblico, con un riscontro più che lusinghiero, De Giuseppe è stato invitato ad esporre in futuro in diverse location di prestigio, come a Matera, capitale europea della Cultura 2019, e sede già di altri importanti eventi culturali, e a breve a Tricase Porto, dal 19 al 21 giugno, nell’ambito della manifestazione “È arrivato un veliero carico di...”, organizzata dall’Associazione Magna Grecia Mare.

Ph. Costantino De Giuseppe
Persona schiva e riservata, Costantino De Giuseppe ha alle spalle una pratica lunghissima nell’arte della fotografia, e non ha potuto perciò sottrarsi alle mie domande tese a testimoniare un talento in grado di regalarci inattese emozioni. Classe ’62, Costantino fotografa dall’età di 15 anni, quando ebbe tra le mani la sua prima reflex con la quale si divertiva a scattare soprattutto in bianco e nero. «Mi piaceva fotografare i volti delle persone, e dei volti mi piaceva cogliere in particolare l’espressione degli occhi che penso siano lo specchio della nostra personalità; poi strada facendo ho scoperto quel grande artista che è Andy Warhol, che ha ispirato parte del mio percorso, il suo modo di lavorare e di destrutturare un’immagine per capire le infinite possibilità che lo strumento fotografico poteva offrirmi. Dal bianco e nero sono passato al colore e al paesaggio, soprattutto quello salentino, al quale sono profondamente legato, affascinato sempre più da questo territorio che sa concentrare in una luce unica tanta bellezza e intensità di colori. Una bellezza che tristemente traspare anche nelle foto che denunciano l’incuria e l’inciviltà di molti e che vogliono essere, senza nessuna strumentalizzazione politica, solo un accorato invito di attenzione e di amore per ciò che i nostri padri hanno conservato per noi e che noi potremmo perdere per sempre».

Ph. © Costantino De Giuseppe
Per noi che le ammiriamo come dei bambini in festa queste immagini sono di certo la testimonianza di uno sguardo incantato capace di fermare con l’obiettivo particolari inediti che per qualche istante obbligano noi, che siamo spesso viaggiatori frettolosi e distratti, ad osservare una natura che, se pure a portata di mano, spesso ci sfugge semplicemente perché non sappiamo più vederla.
È uno sguardo che attraverso l’obiettivo ci restituisce immagini dense di amore e nostalgia per una natura che rischiamo di perdere e che parla della nostra storia, della nostra cultura: penso a quei particolari di pietra, improbabili costruzioni di pigri passatempi su una delle nostre spiagge, eppure una pietra che l’occhio del fotografo ha saputo innalzare ad una dimensione onirica, rimandando la nostra mente ad arcane architetture; oppure al primo piano possente di una vermiglia rete di pescatori di cui intuiamo tutto il contenuto di vita, di storie, di profumi lontani, a volte dissolti per sempre.
Apparentemente celata dietro lo sfondo di una natura immanente, traspare la presenza dell’uomo, ma è lì, noi la intuiamo, come in quella piccola barca sovrastata da un mare immenso; ed è una presenza che vibra delicatamente ma costantemente all’interno di una natura che, se pure a volte difficile e soprattutto in passato protagonista di tante lotte impari, vuole comunque e nonostante tutto essere ancora fonte di gioia e di emozioni.
Fermarsi e osservare queste immagini vuol dire imparare a guardare senza fretta, quasi come flâneur dentro il paesaggio, per cercare di ritrovare quella comunione con gli elementi della natura che soli ci possono aiutare a far pace con noi stessi.

Ph. © Costantino De Giuseppe