Acquario del Salento, conoscere il mare

Santa Maria al Bagno (Nardò): Il polpo Gregorio, beniamino dei bambini.

Il ruolo e la mission di un’agenzia educativa d’eccezione, l’Acquario del Salento di Santa Maria al Bagno di Nardò, con compiti di formazione e di educazione ambientale, e fortemente rappresentativa di un territorio e di un popolo che al mare devono la storia, l’immaginario collettivo e il proprio destino.

Più di tremila visitatori in poche settimane

La nascita di un’agenzia educativa offre un arricchimento culturale che pervade l’intera società e sostiene le politiche di sviluppo economico locale. Musei e Acquari, nello specifico, sono agenzie educative che perseguono il compito di informare la popolazione, raccontare storie, rendere più accessibili le scoperte scientifiche e sostenere la coesione sociale divulgando la storia, i valori e le peculiarità del Territorio. È proprio così che, attraverso un processo di “appropriazione sociale” del patrimonio culturale, si favorisce una reale tutela e valorizzazione economica di ciò può apparire intangibile e al contrario è chiave di sviluppo per attività commerciali o ricettive sostenibili.

Con queste ambiziose finalità nasce nel 2009 il Progetto APrEH (Interdisciplinary Aquaria for the PRomotion of Environment and History) che ha permesso la conduzione di attività di ricerca lungo le coste del Salento e dell’isola di Cefalonia, per l’allestimento di due Acquari pubblici, uno in Italia e uno in Grecia. Il progetto ha avuto per capofila l’Università del Salento e come partner la  Provincia di Lecce, il Comune di Nardò (in Italia), l’Università di Patrasso e il Comune di Cefalonia (in Grecia).

In Italia, sotto la direzione scientifica del prof. Genuario Belmonte, le attività progettuali hanno permesso delle indagini sui fondali, la documentazione topografica, fotografica e video di alcuni relitti antichi e moderni, la progettazione e l’allestimento dell’Acquario del Salento. Hanno contribuito alla realizzazione delle finalità progettuali gli uffici della Provincia di Lecce, con particolare riguardo per quello di Presidenza e quello diretto dal dott. Calamia, l’assessorato alla Cultura del Comune di Nardò, guidato prima da Carlo Falangone e ora da Mino Natalizio, gli uffici tecnici dello stesso Comune, con particolare contributo, oltre che dei dirigenti dei settori Cultura e Lavori Pubblici, del dott. Siciliano e del geom. Livieri.

Da un punto di vista scientifico gli allestimenti e la comunicazione museale sono stati curati da Marcello Emilio Posi, mentre le scelte faunistiche sono state operate dal dr. Francesco Denitto. Le attività scientifiche si sono avvalse anche del prezioso contributo delle archeologhe  Rita Auriemma e Alessandra Dell’Anna, avendo voluto il Progetto APrEH coniugare le storie della natura con quelle della navigazione in tempi antichi e moderni.

Forte dell’esperienza di tutti coloro che vi hanno contribuito, così come dello stesso pubblico potenziale che è stato coinvolto attraverso un’indagine conoscitiva che poneva attenzione alle scelte tematiche e di allestimento da porre in essere, oggi l’Acquario del Salento accoglie circa 100 specie di organismi marini e propone 4 relitti diversi presenti nel mare antistante la costa di Nardò. La struttura ha già accolto 3.500 visitatori nei soli primi due mesi dall’apertura, riscontrando notevole gradimento e successo anche nell’Ambito della manifestazione Open Days di Puglia Promozione.

L’Acquario, struttura unica nel suo genere in tutto il meridione d’Italia, è attualmente sostenuto da quattro Enti pubblici convenzionati (Comune di Nardò, Università del Salento, Area Marina Protetta “Porto Cesareo”, Provincia di Lecce) e per questo offre gratuitamente, dal venerdì alla domenica,  uno sguardo sulla storia dei naufragi e sulla biologia dei mari intorno al Salento.

Per la curiosità di grandi e piccoli, un allestimento multidisciplinare che racconta i tesori del mare.

Per la curiosità di grandi e piccoli, un allestimento multidisciplinare che racconta i tesori del mare.

Il primo allestimento espositivo che il visitatore incontra è quello di grotta e mare aperto. Attraverso una combinazione di acquari, scenografie e scatti fotografici si è voluto rendere onore alla grande valenza carsica e bio-speleologica del Salento. Qui è possibile osservare l’ambiente di grotta sommersa come se vi fossimo all’interno e davanti a noi si aprisse il portale che conduce fuori. Alle caratteristiche biologiche degli ambienti rappresentati si unisce la divulgazione rispetto all’importanza di affrontare l’immersione in ambienti confinati, come quello di grotta e di relitto sommerso, solo dopo aver seguito con profitto specifici percorsi formativi e aver acquisito elevate competenze tecniche. Infatti, l’immersione in questi ambienti, così frequenti e affascinanti in Salento, non può in nessun caso essere affrontata con la classica formazione subacquea per gli ambienti aperti (open water) e con le normali attrezzature ricreative.

Segue la sala 1, che è dedicata alla costa. Qui, quattro ambientazioni acquatiche e fotografiche accompagnano il visitatore dalla superficie sino a 20 m di profondità, affiancando alla biologia degli ambienti litorali la storia di naufragi in tempi antichi, veicolata da apposite sequenze di diapositive sugli schermi posti di fronte alle vasche.

La sala 2 è dedicata ad una nave oneraria romana affondata nei pressi di “Pizzo dell’Aspide” (località di Nardò), ma racconta anche le peculiarità paesaggistiche sommerse del parco “Porto Selvaggio e Palude del Capitano” e dell’Area Marina Protetta “Porto Cesareo”.

Un’unica ambientazione scenografica, fuori e dentro una vasca da 2.500 litri, espone le due storie della nave romana, quella ai tempi della navigazione, con le anfore vinarie stipate nella stiva, e quella dopo l’affondamento, quando le anfore sono diventate il riparo di specie marine e il fasciame è stato aggredito dalle forme di vita più varie.

Tutt’intorno, piccoli acquari e pannelli fotografici per osservare nel dettaglio specie di modesta taglia o di specifica rilevanza.

La sala 3, ultima del percorso espositivo stabile, è dedicata ai relitti profondi. Qui il visitatore si avventura sino a cento metri di profondità in una complessa immersione tra cavità che, questa volta, sono fatte di acciaio e che raccontano storie drammatiche della Seconda guerra mondiale, ma anche una nuova vita nel mare.

Le ambientazioni nelle vasche (sezioni in scala reale) sono un bombardiere tedesco Junkers 88, il piroscafo italiano Caterina Madre e il cacciatorpediniere della regia marina britannica Quail, tutti inabissati a largo della costa. Pannelli fotografici e storie narrate dagli schermi impreziosiscono la visita a questa sala.

L’Acquario del Salento dispone pure di una sala multifunzionale, con cinquanta posti a sedere, all’interno della quale vengono proiettati video sui paesaggi e sui relitti narrati dalle sale espositive. Quest’ambiente si presta anche ad esposizioni temporanee, conferenze ed eventi.

Come richiesto dagli intervistati, nel giardino antistante l’ingresso della struttura è possibile sostare oppure fruire di ulteriori servizi posti in essere durante particolari eventi.

L’Acquario del Salento, sito in Santa Maria al Bagno (Nardò), via Cesare Augusto, 7, è attualmente visitabile ogni venerdì, sabato e domenica, dalle 19.00 alle 22.00.


Marcello Emilio Posi Ph.D.

Università del Salento

Laboratorio della Zoogeografia e Fauna