Sicurezza e qualità, il “verbo” dell’olivicoltore 2.0

Salve (Lecce): Lezione di rimonda.
Buone pratiche agronomiche e tecnologia, per migliorare la potatura degli olivi, garantire olio di alta qualità e salvaguardare gli oliveti salentini dalla lebbra della Xylella. Da Salve, nel Capo di Leuca, una lezione pratica, a basso impatto ambientale e rispettosa dell’ambiente e della natura, destinata soprattutto ai giovani.
SALVE (LE), Francesco Greco. Metti un pomeriggio di primavera all’ombra degli olivi secolari, a imparare le tecniche della rimonda. Rito antichissimo, socializzante, da trasmettere con tutti i suoi sapienziali segreti alle nuove generazioni. Per mettere sul mercato olio di qualità, competitivo, rispettando al contempo la natura e il suo ecosistema millenario.
E così, in agro di Salve, sulle pianure che digradano dolcemente verso il mare,, un centinaio di olivicoltori per diletto, conduttori di piccole particelle con piante giovani e/o secolari, si sono dati appuntamento per affinare le tecniche di conduzione, raccolta, rimonda, ecc. (si chiamano “buone pratiche”) degli oliveti, non solo per integrare redditi magri sempre più erosi dalla crisi, ma anche per tenere a distanza la lebbra della Xylella, il convitato di pietra che si nomina abbassando la voce a mo’ d’esorcismo, con la “sputacchina” sempre in agguato fra l’erba tenera.
L’evoluzione tecnologica consente oggi di approcciarsi ai lavori stagionali con più sicurezza, facilità d’uso delle attrezzature, e anche velocità di esecuzione. Sicurezza è anche sinonimo di qualità del prodotto, come ecologia fa rima pure con economia.
Il meeting ha avuto successo. È stato organizzato dal tecnico del miglioramento qualità dell’olio, il perito agrario Giuseppe Surdo, nell’ambito del REG (UE) 611/14 e smi, campagna 2015-2015 (in collaborazione con la ditta “Teknobotanica” di Vittorio Orlando).
Surdo ha introdotto i lavori spiegando la differenza fra potatura straordinaria e di ringiovanimento e quella invece leggera, quando e come occorre intervenire sui polloni, ecc. Abbiamo appreso, per dire, che se si spoglia troppo la chioma la pianta è facilmente attaccabile dalla xylella, che pare aggredire elettivamente i rami teneri.
L’evoluzione tecnologica è veloce, virale come il tempo 2.0 che viviamo. Perciò la formazione ha un’importanza centrale, decisiva. Dall’accetta alle motoseghe rumorose, il nuovo step sono le elettroseghe: leggere, silenziose, economiche, facili all’uso. A energia elettrica anche le cesoie. Si possono tagliare rami sino all’altezza di 3 metri da terra. Vittorio e Francesco Orlando hanno spiegato le caratteristiche, mentre i giovani rimondatori Giovanni e Giuseppe hanno mostrato l’uso pratico con tutte le opzioni.
Una tecnologia che intercetta la voglia di terra. Sempre più giovani infatti si avvicinano all’agricoltura 2.0. È l’effetto della crisi, che dura ormai dal 2008. E quindi, si riscrive la filologia del termine, che si trasforma così in opportunità per un ritorno alla terra che consente un reddito ormai arduo in ogni altro comparto dell’economia globale, dove regna l’amarezza della precarietà, sostrato antropologico che fa da humus al film di Zalone “Quo vado”.
Per riallacciarsi a un patrimonio di valori – dei padri, della civiltà contadina – forse non relativizzabili e troppo in fretta “rottamati”. Sfiorata dal primo sole della primavera, Madre Terra sorride e ringrazia.

Salve (Lecce): Un altro rimondatore all'opera.
25 marzo 2016