Guardami (in bianco e nero)

Al Must di Lecce, dal 22 aprile al 12 maggio, gli scatti d'autore di Michele Piccinno, in una mostra fotografica che alterna momenti di vita immobili e rarefatti in un Salento pietrificato e che non esiste più.
Si intitola “Guardami” la mostra fotografica di Michele Piccinno, di
origini salentine, ma dagli inizi degli anni Settanta d’adozione trevigiana,
allestita negli spazi del Must, Museo storico Città di Lecce, dal 22 aprile al
12 maggio 2017 con la curatela de Il Raggio Verde in collaborazione con Monica
Taveri. Vernissage alla presenza degli autori sabato 22 aprile, ore 18,30 con
la presentazione del libro fotografico curato da Bruno Barillari. La mostra
potrà essere visitata tutti i giorni, tranne il lunedì, con orario 12,00-19,00.
Interverranno al vernissage il Sindaco di Lecce Paolo Perrone,
l’assessore alla Cultura Gigi Coclite, Ninì Elia direttore del MUST, Bruno
Barillari, direttore della collana “Libri di fotografia”, Monica Taveri che
cura la mostra in collaborazione con Il Raggio Verde. Coordina l’incontro la
giornalista Antonietta Fulvio.

Nato a Bari il 13 febbraio 1948 da
genitori salentini, Michele Piccinno
ha vissuto fino all’età di ventiquattro anni ad Alezio (Lecce). Nel 1972 si
trasferisce per lavoro a Treviso, dove tuttora vive. L’incontro con la
fotografia, affascinato dalla camera oscura e dalla potenza espressiva della
pellicola in bianco e nero, lo porta a studiare, da autodidatta, e a occuparsi
di quella che è ancora oggi una sua grande passione. Partecipa a
mostre collettive e concorsi nazionali e internazionali, aggiudicandosi il
primo posto al concorso Rai indetto dalla trasmissione “Flash” condotta da Mike
Buongiorno e “Il Fotoamatore”, rivista ufficiale della Fiaf (Federazione
Italiana Associazioni Fotografiche), gli dedica un’intera pagina.
Chiude la sua attività, da lui
definita fotoamatoriale, con la mostra personale, nella “Galleria Nuova
Fotografia” a Treviso nel 1983 dove evidenzia, grazie a originali inquadrature
e giochi chiaroscurali, lo studio del ritratto e del paesaggio finalizzati alla
scoperta dell’umanità non solo come soggetto fotografico ma come sentimento ed
emozione. Tra maschere e schermi televisivi rovesciati anticipa il disagio e la
solitudine dell’uomo contemporaneo, che si aggira tra metaforiche stanze vuote.
Nella sovrapposizione di scatti sintetizza il concetto di incomunicabilità
utilizzando il media comunicativo per eccellenza.
Gli impegni lavorativi lo allontanano
dall’attività fotografica. Nel 2013 riprende a fotografare. Nel mirino della
sua reflex finisce tutto ciò che cattura il suo sguardo: architetture urbane,
paesaggi, persone, passando dal ritratto al minimal anche se predilige la street photografy. Libertà, emozione e
ricerca dell’ambiguità e del grottesco così come degli aspetti che rimandano
all’autenticità dei sentimenti sono le linee guida dei suoi scatti dove cercare
– e ritrovare – anche “scampoli del suo Salento perduto”.
Attualmente è impegnato nella
promozione della fotografia con incontri che tiene a Treviso e nel Salento,
dove ritorna spesso e che si ritrova anche nel suo libro monografico Guardami, edito da Il Raggio Verde,
accompagnato dal testo che le suggestioni delle sue foto hanno suggerito alla
scrittrice e giornalista Lucia Accoto.
