Sarrosa dei monti ai diavoli di Tricase

Il Nuraghe Majori, alle porte di Tempio Pausania. Da qui la vista spazia sulla Sardegna aspra e selvaggia (ph. nello wrona).

Nel suggestivo spazio della Chiesa dei Diavoli di Tricase, su iniziativa del Comune di Tricase e del SAC Sistemi Ambientali e Culturali - Porta d’Oriente, Federica Murgia presenta “Il paese della rosa peonia”, edito da Il raggio verde edizioni, con la mostra del paesaggio sardo “Sa ‘idda de s’orrosa ‘e padenti” di Luigi De Giovanni. Appuntamento mercoledì 30 marzo 2016, ore 19,30 con i racconti, le fabulazioni e le suggestioni della Sardegna, la terra custode della rosa peonia.

Uno spaccato del mondo contadino sardo, con le sue tradizioni che ancora resistono come buone pratiche, su cui si innerva un forte senso della comunità. Quattro racconti introdotti da una breve presentazione dei protagonisti, in primis, il paesaggio che è parte della memoria non solo individuale ma collettiva e diventa un tassello unico e insostituibile. Il paese della rosa peonia – o come si dice in sardo Sa ‘idda de s’orrosa ‘e padenti – non è solo il luogo geografico racchiuso tra il Gennargentu e il greto del Flumendosa, territorio dalla bellezza straordinaria con un patrimonio naturalistico incomparabile e tale da aver dato vita al primo Ecomuseo della Sardegna. 
È soprattutto una dimensione dell’anima dove l’amore per la famiglia include quello per la propria terra, compresi gli esseri vegetali e animali che la popolano. E per il lavoro, tramandato di padre in figlio, che è la preghiera più bella che si possa recitare, perciò la fatica nei campi e nei pascoli non è vissuta come un sacrificio bensì come un dono che rende felici e liberi. 
“Racconti di un mondo arcaico, lontano, del buon tempo antico, intrisi di fascino, di gioia di vivere e di spensieratezza: il mondo dei bambini. – si legge nella prefazione del genealogista Pino Ledda. Accanto a questo mondo, però, esiste il mondo dei grandi, fatto di sofferenze, di privazioni, d’invidia e di cattiveria. Due mondi paralleli che Federica Murgia è riuscita a coniugare e a rappresentare magistralmente offrendoci uno spaccato di purezza, che diventa, però, messaggio e ammonimento e ci obbliga ad un duro esercizio di retrospezione”. 

Federica Murgia è nata a Seulo, nella Barbagia, un paese della provincia di Cagliari situato nel pendio del monte Perdedu che fa parte del massiccio del Gennargentu. Lì ha vissuto l’infanzia e parte dell’adolescenza. Successivamente si trasferisce a Cagliari, dove tuttora risiede nel quartiere di Villanova, anche se trascorre lunghi periodi a Seulo e a Specchia. Insegna, sino al 2010, nelle scuole secondarie di primo grado come docente di Educazione Tecnica e, dopo la specializzazione, come docente di sostegno. Appassionata e curiosa dell’arte, scrive per artisti, italiani e stranieri, che espongono nella galleria d’arte “Mentana” di Firenze o in altri spazi pubblici o privati. È ideatrice del sito www.murmurofart.com, dove confluisce la sua passione per l’arte e per la natura.

Coordina Doriana Agrosì, responsabile Artemide’s garden.
Gino Bleve dialoga con l’autrice Federica Murgia.
Interventi programmati: Mario Branca, Giovanni Pellegrino, Adriana Pulitì.
Musiche: Angelo Litti. 
Seguirà rinfresco con delizie vegane Piccapane e dolcetti sardi.

info artemidesgarden@gmail.com +39 328.8941464