Chiose alla Cantica dell’Inferno di Dante

Al via il 26 novembre, a partire dalle ore 18, negli spazi della Libreria del Sole a Lecce in via Rubichi, un ciclo di incontri dal titolo “Questa sera ti presento…un libro” . Primo appuntamento dedicato al Sommo Poeta, con le "Chiose alla Cantica dell’inferno di Dante Alighieri scritte dal figlio Jacopo Alighieri", pubblicate per la prima volta dall’editore fiorentino Enrico Bemporad nel 1914.
“Questa sera ti presento... un libro”
“Questa sera ti presento... un libro” è il titolo di un ciclo di incontri che prende il via il 26 novembre, a partire dalle ore 18, negli spazi della Libreria del Sole a Lecce in via Rubichi. Il primo appuntamento è dedicato al Sommo Poeta in occasione del 750° Anniversario della nascita di Dante Alighieri (1265-2015).
Tra i tanti eventi promossi sul
territorio nazionale anche La Libreria del Sole di Lecce
ricorda Dante sfogliando le pagine di un libro pregiato: “Chiose alla Cantica
dell’inferno di Dante Alighieri scritte dal figlio Jacopo Alighieri”, pubblicate per la prima volta in corretta lezione con
riscontri e fac-simili di codici, e precedute da un’indagine critica per cura
di Jarro (G. Piccini) dall’editore fiorentino Enrico Bemporad il 1° settembre
1914. L’iniziativa è organizzata dalla Libreria del Sole, gli
Amici del Libro-Lecce, Il Raggio Verde e l’Associazione Culturale Le Ali di
Pandora. Ingresso libero.
Dopo l’introduzione
di Nico Maggi proprietario della Libreria del Sole sarà lo storico Mario Cazzato,
presidente dell’associazione Amici del Libro di Lecce, ad illustrare e a
svelare il valore dell’edizione pregiata, un testo prezioso per l’ermeneutica
dantesca, scrive nella prefazione Jarro, «uno fra i più antichi commenti del
sublime poema, e che contiene una interpretazione nuova, con singolarissimo
intendimento, per la prima volta or da noi messo in rilievo. E non accade l’insistere
su la importanza di tale sottile interpretazione circa le allegorie della
Divina Commedia, se si riflette che Jacopo può averla udita, raccolta dalle
stesse labbra del padre».